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Beni culturali e paesaggio
"PER UNA NUOVA PASSEGGIATA ARCHEOLOGICA
 
 
Proposta di chiusura di via dei Cerchi, riconnessione del Circo Massimo con il Palatino, pedonalizzazione di via Valle delle Camene e della corsia laterale di via delle Terme di Caracalla-direzione Centro

A cura del Consigliere Pierluigi Gazzani, ottobre 2022

Via dei Cerchi separa la depressione del Circo Massimo, l'antica Valle Murcia, dal Palatino correndo lungo le pendici meridionali del colle della fondazione di Roma sulle quali si trova il sito delle primigenie "Capanne di Romolo" e da cui emergono le enormi, superbe, vestigia di quelli che furono i palazzi imperiali dei Cesari, tra i più vasti complessi dell'antichità.
Un rettilineo di seicento metri sul quale sfrecciano ogni giorno, in un solo senso di marcia, migliaia di automobili dirette verso il Centro ed il Lungotevere determinando un rumore costante amplificato dalla velocità e dal fondo in sampietrini, con emissioni inquinanti e vibrazioni a danno dei monumenti che sorgono sul colle, distanti soli pochi metri e protetti da una sola cancellata.
Traffico, frastuono e smog che, non solo compromettono i monumenti ma arrecano disturbo a chiunque, soprattutto il turista, si trovi a transitare lì sotto o a passeggiare nel Circo Massimo; una compromissione esiziale per quell'atmosfera che, invece, ci si attenderebbe nel cuore monumentale dell'antica civiltà occidentale.
Lo stesso dicasi per coloro che si affacciano dal Palatino ad ammirare l'Aventino ed il Circo Massimo, accompagnati dal costante rumore di sottofondo risalente dal basso.

La Valle Murcia, con il Palatino e il Campidoglio, rappresenta la punta più avanzata del vasto cuneo verde che dai Colli Albani penetra sin dentro il cuore della Capitale per il tramite del Parco dell'Appia Antica e dell'Area Archeologica salvata dai provvedimenti dell'allora Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli ed al cui interno fu concepita quella che un tempo era la "Passeggiata Archeologica".
Triangolo verde, il cui asse fondamentale è costituito dalla via Appia Antica e da via di Porta San Sebastiano, ma che proprio nella sua parte più pregiata ed incuneata nella città viene ancor oggi attraversato da uno degli storici flussi di traffico della capitale.
Nonostante l'evidenza della situazione nel corso di vari decenni, inclusi i Giubilei o i Mondiali di calcio, non un passo in avanti è stato fatto in quest'area nella direzione di un'inversione di tendenza, se non qualche rifacimento del fondo stradale o piantumazione di lecci ed una pista ciclabile da poco ultimata.

Via dei Cerchi, per come è oggi utilizzata, ovvero per il transito di attraversamento veicolare in senso sud-nord nonchè come sosta per le autovetture, rappresenta un vero e proprio "vulnus" sia sotto il profilo dell'immagine di Roma che della fruzione di luoghi unici al mondo al quale si potrebbe, tuttavia, porre rimedio senza arrecare particolare disagio alla circolazione e, quasi, a costo zero.

Infatti, la chiusura, anche a partire da un'iniziale sperimentazione nei fine settimana, di una strada stretta di per sè (5 metri di larghezza e quasi altrettanti tra sosta auto e nuova pista ciclabile) di certo non della sezione delle ampie strade che su di essa convergono come via delle Terme di Caracalla, via di San Gregorio e viale Aventino - di fatto un collo di bottiglia nel flusso veicolare - a nostro avviso, anche da una diretta osservazione quotidiana, potrebbe trovare una valida alternativa in viale del Circo Massimo; quest'ultimo, che corre sul lato opposto (sud) del Circo Massimo alle pendici dell'Aventino, è un'arteria moderna di sezione ben più ampia, circa 18 metri, di cui sei occupati da parcheggi ai lati, che già oggi può essere scelta come alternativa a via dei Cerchi per immettersi sul Lungotevere, all'altezza della Bocca della Verità, evitando un semaforo in fondo alla strada ed un obbligo di svolta sinistra verso via della Greca.
Una strada molto spaziosa ma che oggi, poco logicamente, risulta in quel senso di marcia sottoutilizzata proprio a causa del traffico che si immette sulla parallela via dei Cerchi, tre volte superiore.
L'interdizione definitiva del passaggio veicolare su via dei Cerchi e l'eliminazione della sosta determinerebbero la creazione di un'isola di quiete sia lungo la strada, convertita in vera e propria strada-parco, che sul soprastante Palatino, ma si rifletterebbero positivamente anche sull'intera valle del Circo Massimo, attualmente ridotta al rango di gigantesca rotatoria, restituendola alla sua naturale vocazione di area verde complementare al colle imperiale.

Di fatto, vedrebbe la luce anche una piazza pedonale nel tratto antistante i frequentati locali nei pressi di via di San Teodoro e dell'incrocio con via dell'Ara Massima di Ercole (lato corto nord del Circo Massimo), la cui attuale funzione potrebbe essere ripensata in rapporto con la pregevolissima zona del Velabro, incastonato tra le pendici del Palatino e quelle del Campidoglio distante meno di trecento metri e con un accesso secondario al Foro Romano.
Oltre a una continuità visiva tra le aree si verrebbe a determinare, in modo del tutto naturale, la percorribilità ciclopedonale di via dei Cerchi senza più la necessità di un percorso in sede protetta e a costituire un altro segmento dell'itinerario di attraversamento del centro storico ed archeologico di Roma anche in funzione della Via Francigena del Sud.
Con un traffico veicolare ancora sostenuto, nonostante la stagione estiva, la chiusura della strada per sei giorni per due importanti concerti tenutisi nei mesi di luglio e settembre al Circo Massimo (Maneskin e Renato Zero) ha rappresentato un significativo anticipo di positiva sperimentazione della presente proposta.

A coronamento della riqualificazione di Via dei Cerchi, anche Piazza Bocca della Verità, attualmente declassata a spazio senza forma con sola destinazione a parcheggio e senza alcuna alberatura, in cui le auto sostano nei pressi dell'Arco di Giano, potrebbe offrire una nuova immagine ricollocandovi al centro, come elemento di qualificazione ed identità, il bel fontanile che lì insisteva sino alle demolizioni del Ventennio fascista e che fu spostato a breve distanza su un'anonima aiuola spartitraffico del Lungotevere Aventino.
                  
IL RISCATTO DELLA PASSEGGIATA ARCHEOLOGICA
Il logico e degno coronamento della pedonalizzazione di via dei Cerchi sarebbe la prosecuzione di tale intervento verso sud e le vie Appia Antica e Latina a risarcire, solo in parte, la violenta trasformazione subita dalla Passeggiata Archeologica negli anni del boom automobilistico del secondo dopoguerra.
Difatti, al di là del grande incrocio con via di San Gregorio (Largo di Porta Capena), una tra le strade più suggestive e meno conosciute di Roma, via Valle delle Camene, dal nome mitologico ed evocativo, lambisce con discrezione per seicentocinquanta metri le verdi pendici meridionali del Celio e di Villa Celimontana, orlata da annosi bagolari sino ai Semenzai Comunali ed alla sede dell'Assessorato all'Ambiente accanto alla basilica di San Sisto Vecchio; con due sole abitazioni ed una piccola chiesa sconsacrata dedicata ai matrimoni civili (Santa Maria in Tempulo), rappresenta il naturale collegamento tra Largo di Porta Capena e Piazzale Numa Pompilio, e viceversa.
Fu realizzata contestualmente e lateralmente alla Passeggiata Archeologica per fungere da "nuova via di traffico" sulla quale deviare l'allora consistente transito "di carri".
Un'isola pedonale di fatto, benchè ancora transitabile, ma esclusivamente utilizzata per la sosta delle auto, dove si può ancora intuire il passaggio delle Mura Serviane e pervenire in tranquillità a poca distanza dall'imbocco delle due storiche consolari; ancor più suggestivo il percorso in senso contrario.

Inoltre, parallelamente ad essa, a meno di cinquanta metri, si trova la corsia laterale del Viale delle Terme di Caracalla in direzione Centro, sovrautilizzata a scapito della più ampia corsia centrale, ma anche per la sosta.
La chiusura anche di quest'ultima e la sua ricoversione a verde potrebbe finalmente offrire il giusto respiro a tutto il parco lineare, oggi declassato ad inappropriato "play ground" ginnico, ed alla stessa via Valle delle Camene e confinare caos, rumore e smog nell'ampia corsia principale centrale che appare adeguata a sopportare il traffico di entrambi i sensi di marcia.
Ed è dei mesi di luglio ed agosto di quest'anno la chiusura per venti giorni del tratto centrale di tale complanare per la realizzazione del Festival dell'Unità senza che ciò abbia provocato particolari disagi o sconvolgimenti nel traffico e nonostante la sua repentinità.

Con queste semplici misure, strettamente interconnesse e praticamente a costo zero, Roma potrebbe compiere un notevole salto di qualità sia nella sua immagine di capitale che di polo turistico internazionale, raggiungendo sette obiettivi contemporaneamente:

  1. l'allontanamento di traffico, rumore e smog dal Circo Massimo e dal Palatino;
  2. la riconnessione tra i due siti archeologici;
  3. un nuovo percorso pedonale e ciclabile in Centro Storico lungo quasi 1.500 metri interamente alberato, la sua più lunga passeggiata, in parte coincidente con il tratto urbano della via Francigena del Sud;
  4. la rinascita della "Passeggiata Archeologica";
  5. il collegamento tra il Parco dell'Appia Antica, il circuito delle Mura Aureliane ed il Campidoglio;
  6. la riqualificazione-riprogettazione del Velabro con possibili effetti anche sulla fruizione del colle del Celio;
  7. un auspicabile accesso dal basso a Villa Celimontana.

Con ciò si potrebbe ritenere degnamente onorata la memoria di uno degli uomini pubblici cui la Roma moderna ed antica devono di più, Guido Baccelli.
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