VERDE PUBBLICO E ALBERATURE
DESCRIZIONE
PIANO CULTURALE, ASPETTI DI PERCEZIONE, L'IMPORTANZA DELLE ALBERATURE IN AMBITO URBANO
Le alberature sono oggi, in particolare a Roma, percepite essenzialmente come un problema di sicurezza, un pericolo per la vita dei cittadini a seguito di una campagna dell’Amministrazione e di stampa, che evidenzia crolli, malattie delle piante, danni, la necessità d’intervenire in urgenza per eliminare i possibili pericoli.
In particolare i Pini, straordinaria pianta che caratterizza il paesaggio di Roma, sono visti per la loro mole e per le loro radici un... grave pericolo per la sicurezza dello spazio pubblico e privato!
Occorre invertire culturalmente questa errata percezione indotta nei cittadini.
Sul piano tecnico-scientifico le alberature, stradali e non, rappresentano una componente essenziale delle nostre infrastrutture verdi a garanzia della nostra qualità di vita.
Le alberature collaborano, infatti, a migliorare la qualità dell’aria, ad assorbire CO2, ed altre componenti tossiche.
Sono essenziali per la franosità ed il drenaggio dei suoli, sono determinanti per la termoregolazione della città. Inoltre sono componenti essenziali del paesaggio urbano e garantiscono la biodiversità del nostro ecosistema urbano.
Quindi sono i nostri migliori alleati per garantire la nostra sopravvivenza in città, la storia del nostro paesaggio e svolgono funzioni fondamentali, irrinunciabili.
Molte alberature e contesti di alberi sono intrecciati con preesistenze e monumenti, luoghi, scene urbane, molti alberi sono “Alberi monumentali”, in molti casi sono oggetto di vincolo paesaggistico.
Il recente Decreto Clima n. 111 del 2019 che punta, in coerenza con la normativa europea, ad affrontare i rischi derivanti dal cambiamento climatico, pone fra le principali strategie individuate per le città proprio la forestazione urbana attraverso appunto l’impianto di nuove alberature nelle città per garantire la capacità di resilienza. La forestazione urbana è la principale strategia del Ministero dell’ambiente per migliorare la condizione ambientale della città.
A riguardo peraltro vedasi la Legge 10/13 che si occupa del verde urbano ed il cui monitoraggio è affidato al Comitato per lo sviluppo del verde urbano, Ministero dell’Ambiente.
Pertanto sul piano culturale occorre chiarire il messaggio che: le alberature non sono “pericoli”, ma al contrario alleati necessari per la nostra sopravvivenza da curare con ogni attenzione. Inoltre rappresentano un elemento insostituibile, importantissimo sul piano paesaggistico, parte dei contesti urbani.
Concetto purtroppo piuttosto poco sostanziato anche dalle stesse Soprintendenze, oltreché dall’Amministrazione ed anche dalla comunicazione sui media. L’elemento sicurezza ha preso il sopravvento su tutto.
Alberature: impianto a terra, progetto, gestione
Gli alberi come esseri viventi hanno un ciclo di vita, hanno bisogno di essere impiantate in modo corretto nel terreno, secondo cioè un progetto di impianto, aiuole, sesto di impianto, impatto paesaggistico, materiali vivaistici utilizzati ecc. Le piante hanno bisogno di essere mantenute quindi, nel corso della loro esistenza, nelle condizioni corrette, cioè curate da malattie, parassiti, problematiche varie, come spaccature del tronco, potature. Soprattutto non bisogna tagliare le loro radici, asfaltare le aiuole, restringere, chiudere le aiuole.
Sia il progetto di impianto che la gestione delle alberature devono essere sviluppati da professionisti del settore. In particolare architetti paesaggisti, agronomi, forestali, geologi. Naturalmente la corretta gestione, che ha bisogno di programmazione deve essere seguita da tecnici specifici. Quindi le piante sono ridotte in condizioni difficili da tali problemi.
Problematiche di progetto e di aiuola
Le alberature, possiamo constatarlo facendo un giro nei nostri viali ecc., nella maggior parte dei casi sono prive di aiuole, cioè l’asfalto copre le radici, se non il colletto della pianta, quindi le radici delle alberature fanno fatica a respirare e ad avere acqua. Oppure le aiuole sono troppo piccole, le radici stanno strette, non entra l’acqua piovana, oppure la costruzione di corsie stradali o di sotto-servizi ha reciso radici essenziali della pianta creando instabilità. Le radici di piante adulte quando sono recise, in ambito urbano, è difficile che ricrescano.
In particolare i Pini, che spesso sono costretti in spazi asfaltati allargano le loro radici, che vengono poi recise per scavi o strade da asfaltare, determinando problemi di instabilità.
Occorre concepire l’impianto a terra con principi, criteri diversi se vogliamo assicurare una buona sopravvivenza alle nostre piante, occorrerà utilizzare materiali permeabili nelle aiole e marciapiedi, fare aiuole più grandi e continue, occorrono dei veri progetti che non sacrifichino le piante alle auto, all’asfalto.
Intanto, basterebbe per avere alberate più forti e sani eliminare l’asfalto, che blocca la respirazione delle radici alla base, sistemare i marciapiedi con pavimentazioni traspiranti e drenanti ecc. ecc.
Anche, ad esempio, nel caso dei parcheggi di superficie o interrati, con adeguati progetti, relativi alle aree e alle soluzioni di impianto delle alberature adeguate e ai materiali permeabili, si può efficacemente alberare gran parte dell’area destinata a parcheggio, provvedendo a rialzare le parti alberate con soluzioni di grandi aiuole, affinché le radici non siano compresse dal passaggio delle auto, sacrificando forse qualche posto auto, ma fornendo un servizio utile alla città in termini di termoregolazione e vivibilità. Insomma il progetto giusto può modificare anche luoghi come i parcheggi, da luoghi di servizio desolato in un luogo vivibile, utile per migliorare i servizi eco-sistemici, per la qualità del paesaggio urbano. Dipende quindi dalle soluzioni progettuali che si pongono in atto.
Rispetto alle problematiche delle alberature occorre invertire l’ottica, se le piante sono necessarie per noi, per la nostra sopravvivenza, per le nostre città, per il nostro paesaggio, dobbiamo adattare con progetti specifici le strade, i parcheggi ecc. alle necessità delle piante affinché sopravvivano bene, in salute e producano i loro benefici.
Problematiche di gestione
Poiché la pianta è un essere vivente con un ciclo vitale e quindi ha bisogno di essere curata, soprattutto se le condizioni di impianto non sono corrette e favorevoli, peraltro certo l’ambiente urbano non è l’ambiente naturale, per cui sono soggette a stress. Spesso ci possono essere parassiti, funghi, malattie, carie determinate dall’acqua, patologie che vanno curate. Occorre il monitoraggio costante in primo luogo. Inoltre spesso è necessario ed opportuno una leggera potatura della pianta per bilanciarla o migliorarne la vegetazione, senza parlare dell’apporto di concimi o nutrienti vari.
In realtà abbiamo visto che negli ultimi anni sono state abbandonate a sé stesse e quindi le piante marciscono e muoiono divenendo fragili e prossime alla caduta.
È chiaro che solo la corretta gestione programmata delle alberature, che preveda anche la sostituzione a fine del ciclo di vita, può garantire la salute delle piante in città ed evitarne malattie, e la fragilità.
Le professionalità necessarie
È evidente che per fare adeguata programmazione sulle cure da effettuare occorre che l’amministrazione avvii approfondimenti tecnici cosi come per eventuali abbattimenti da parte di tecnici specializzati, che lavorano per l’Amministrazione. Così come abbattimenti o reimpianti di alberature, scelte di soluzioni varie richiedono un approfondimento progettuale specifico da parte di vari tecnici, fra cui architetti paesaggisti, forestali ed agronomi.
Oggi nell’Amministrazione di Roma, nella struttura dipartimento ambiente non ci sono tecnici specifici e qualificati, quali forestali, architetti paesaggisti, agronomi, esperti di tali problematiche, Le scelte sono affidate spesso a consulenti esterni che non si è in grado di controllare o addirittura ai tecnici di imprese appaltatrici.
Allo stato della situazione, considerata la mancanza di tali figure nel Dipartimento si si ritiene comunque necessario che il Dipartimento si avvalga di tecnici esperti per attivare un tavolo tecnico, che affronti queste problematiche, in attesa di assumere le figure, un team di professionisti qualificati, necessarie e formarle adeguatamente. finalizzandole alla gestione corretta delle alberature.
Necessità di “tavolo tecnico alberature”
Per affrontare ora la situazione gravissima delle alberature di Roma appare necessario almeno un “Tavolo tecnico alberature“: costituito da esperti forestali, agronomi, architetti, paesaggisti, botanici, storici dell’arte, geologi. Sarà necessario coinvolgere la Soprintendenza Capitolina e quella del MIBACT di Roma per valutare gli aspetti paesaggistici e di tutela degli scenari urbani.
Il tavolo dovrà occuparsi di tutte le condizioni delle alberature definendo un sistema di monitoraggio e valutazione per ogni scelta relativa ad interventi. Certamente dovrà occuparsi qualora si arrivi alla necessità di abbattimenti motivati del contestuale impianto di nuove alberature di alto fusto.
Il tavolo tecnico dovrà sviluppare la sua attività anche con il coinvolgimento delle Associazioni di territorio e di tutela, sviluppando incontri ed audizioni, mantenendo, quindi, un carattere di massima trasparenza delle attività e soprattutto d’informazione.
Le valutazioni tecniche vanno soppesate con valutazioni di contesto che sono anche sociali e di percezione delle collettività interessate, che non possono subire decisioni calate dall’alto e non chiarite in tutti gli aspetti.
È poi necessario che sia coinvolta la Soprintendenza ai Beni Architettonici, Artistici e Paesaggistici di Roma, il MIBACT su tutta la problematica e che sia coinvolto il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, del Ministero dell’Ambiente, che deve monitorare l’applicazione della Legge 10/13, affinché intervengano sull’Amministrazione, che è inadempiente rispetto al dettato della legge.
ALBERI MONUMENTALI
Gli alberi monumentali, vedi definizione nella normativa di riferimento [decreto interministeriale del 23 ottobre 2014], per età, collocazione particolare, storia, e per specie rara, sono numerosissimi a Roma e nonostante presso il Comune vi siano stati in passato censimenti vari ed archivi, al momento non si rinvengono sui siti istituzionali notizie inerenti questa attività.
Anche nel Regolamento del verde ancora in via di approvazione, questo tema non è affrontato adeguatamente, né risulta in corso una modalità di ricognizione. Si ricorda che ora è obbligo in base alla legge 10/2013.
Su tale tema l’Amministrazione ha semplicemente recepito quanto individuato su Roma in un piccolo elenco nazionale dal Ministero agricoltura e Foreste, ma non ha provveduto a definire almeno un primo elenco. Molte piante monumentali pubbliche e private sono cosi prive di tutele.
FORESTAZIONE URBANA
(Tratto dalla relazione annuale del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, 2019 alle Camere. Le foreste urbane nella strategia nazionale del verde urbano)
Le foreste urbane nella strategia nazionale del verde urbano
La Strategia nazionale del verde urbano ha definito criteri e linee guida per la promozione di foreste urbane e periurbane coerenti con le caratteristiche ambientali, storico-culturali e paesaggistiche dei luoghi. La Strategia si basa su tre elementi essenziali: passare da metri quadrati a ettari, ridurre le superfici asfaltate e adottare le foreste urbane come riferimento strutturale e funzionale del verde urbano. In questo contesto culturale e progettuale la foresta urbana include tutti gli aspetti del verde urbano quali lembi di bosco, viali alberati, grandi parchi, orti urbani, giardini, ville storiche, verde di quartiere e verde architettonico, compreso il bosco verticale e i tetti verdi. La Strategia prevede il coinvolgimento di competenze necessariamente multidisciplinari per sviluppare idonee policy pubbliche e indirizzare le amministrazioni comunali verso la realizzazione di piani e progetti basati sui servizi ecosistemici e sulla rete di Infrastrutture Verdi (green infrastructures, nature based-solutions), per raggiungere obiettivi di ordine sociale, ambientale, economico e occupazionale.
Tutto ciò per stimolare e valorizzare nuove forme di pianificazione capaci di integrare la funzionalità degli ecosistemi con le innovazioni tecnologiche ambientali in grado di mitigare gli effetti del cambiamento
climatico e favorire la fruizione diretta degli spazi verdi, compresi gli orti urbani e i sistemi agricoli, in un quadro di piena sostenibilità economica, ambientale e sociale.
La Strategia del verde urbano è anche in linea con la Strategia europea e nazionale per la biodiversità e con le richieste della Commissione europea. Esse auspicano un nuovo modello di pianificazione e progettazione urbana più attento sia alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico che alla rimozione da parte del verde urbano delle sostanze inquinanti, ponendo al centro il benessere dei cittadini, la tutela della biodiversità e la riduzione dell’artificializzazione degli spazi urbani e quindi anche la riduzione del consumo di suolo.
“È evidente quindi che per svolgere le straordinarie potenzialità attribuite al verde urbano è essenziale destinare ampi spazi al sistema forestale, passare da metri quadrati a ettari e de-asfaltare tutti i settori che possano tornare permeabili.”
Dalla foresta alle foreste urbane e perirubane
La FAO, l’ISTAT, l’Accademia Italiana di Scienze forestali e l’Inventario Forestale Nazionale Italiano del 1985 hanno definito la foresta mettendone in risalto le molteplici funzioni strutturali e funzionali. Tutte le definizioni (si tende a considerare sinonimi i termini “bosco” e “foresta”) pur riportando valori a volte diversi relativamente a superficie e forma dell’area.
Foresta (Dizionario enciclopedico agricolo-forestale e delle industrie del legno. 1962- Guglielmo Giordano, Maggiorino Passet-Gros, Casa Editrice Ceschina-Milano)
“Da un punto di vista naturalistico intendersi per foresta l’insieme di tutti gli organismi vegetali ed animali viventi in una associazione vegetale sufficientemente estesa e di cui gli elementi più appariscenti sono le piante legnose, radicate con una certa continuità, nonché del terreno su cui dette piante vegetano. Oltre ai vari strati di piante (alberi dominanti e dominati, arbusti, liane, erbe, muschi, funghi, ecc.) debbono pertanto considerarsi come parte integrante della foresta gli animali superiori ed inferiori che in essa trovano ricetto, ed i vari orizzonti del terreno, giacché la variazione di uno qualunque di questi elementi della cenosi o della stazione provoca variazioni degli altri e perciò anche del soprassuolo forestale.”
Bosco (definizione “ecosistemica” di bosco data dalla Corte di Cassazione in una sentenza del 12 febbraio
1993 in: 2014- Alessandro Cerofolini - La definizione giuridica di bosco nell’ordinamento italiano. L’Italia Forestale e Montana, 69(1):37-45).
“Il concetto di bosco deve essere riguardato come patrimonio naturale con una propria individualità, un ecosistema completo, comprendenti tutte le componenti quali suolo e sottosuolo, acque superficiali e sotterranee, aria, clima e microclima, formazioni vegetali (non solo alberi di alto fusto di una o più specie arboree, ma anche erbe e sottobosco) fauna, microfauna, nelle loro reciproche profonde interrelazioni, e quindi, non solo l’aspetto estetico paesaggistico di più immediata percezione del comune sentimento”.
Foresta urbana (FAO Guidelines on urban e peri-urban forestry, 2016)
“Le foreste urbane si possono definire come una rete o un sistema che include le foreste, i gruppi di alberi e i singoli alberi che si trovano in aree urbane e periurbane. Quindi sono inclusi le foreste, le alberature stradali, le piante in parchi e giardini ma anche quelli presenti nelle zone abbandonate. Le foreste urbane sono la «colonna vertebrale» delle infrastrutture verdi, collegamento per le aree rurali ed urbane migliorando l’impronta ambientale di una città”.
REGOLAMENTO DEL VERDE
È stato approntato recentemente il Regolamento del Verde pubblico e privato e del paesaggio urbano di Roma Capitale, definito soprattutto grazie al contributo di numerose associazioni ed Ordini professionali. Il Regolamento deve andare all’approvazione in Assemblea Capitolina.
Si osserva che tale Regolamento, pur rappresentando un tentativo di razionalizzare e normare questi temi, non sembra rassicurare completamente su taluni aspetti come la sostituzione contestuale delle piante abbattute e gli obblighi dei privati.
Si fa riserva di un documento specifico per tale trattazione, poiché occorre l’analisi dettagliata dei singoli articoli del Regolamento.
ottobre 2020
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